Ho visto cose che voi umani...
di Pierluigi Mennitti
[28 mag 07]


Vari sono i motivi per cui una grande capitale, una piccola metropoli, non soffre i problemi del traffico. Uno è l’efficienza del sistema di trasporto pubblico. Berlino non ha due linee metropolitane come Roma, o tre come Milano. Ma ventidue, più di Londra e Parigi. Divise in due categorie. La U-Bahn, la tradizionale metropolitana sotterranea. E la S-Bahn, la cosiddetta metropolitana di superficie. Una lunga e intricata lingua di ferro che si snoda lungo la città, a volte radente al suolo, più spesso sopraelevata su piazze, strade e condomini. In genere, turisti, flâneur ma anche i berlinesi preferiscono la S-Bahn, perché il tragitto in superficie permette di osservare quartieri e angoli della città assai meglio che da un costoso autobus turistico (se venite in visita a Berlino, sapete come risparmiare i soldi). Prima che i lavori cancellassero ogni traccia di confine tra Berlino Est e Berlino Ovest, era un piacere particolare attraversare la vecchia divisione sollevati ad alcuni metri d’altezza. La città s’inceppava nella sua diversità, casermoni prussiani e hinterhof da un lato, plattenbau tutti uguali dall’altro.

Alle metropolitane si aggiunge un reticolo ben studiato di autobus e tram. I due sistemi di trasporto riflettono le ideologie sottostanti alle due metà della Berlino divisa. Gli autobus sono predominanti ad Ovest. Inquinano di più ma girano come e dove vogliono. Sono flessibili. I loro percorsi si adattano alle contingenze della giornata, o dei mesi, o degli anni. Intersecano molte stazioni della U-Bahn e della S-Bahn, rafforzando la connessione tra i diversi sistemi di trasporto e sostituendo, nelle ore notturne dei giorni feriali, il servizio metropolitano. A Ovest, il servizio pubblico, non ti lascia mai solo (e in alternativa ci sono i taxi che si trovano sempre). A Est prevalgono i tram. Non inquinano, sono più economici anche se poi la loro manutenzione è più complessa. Ma soprattutto non trasgrediscono. Seguono una via obbligata dai binari, secondo piani quinquennali che disegnano percorsi eterni, anche se non sempre verso il sol dell’avvenire. Puntuali anche loro, però: siamo in Germania.

Può bastare? Certo che no. A parte il fatto che in conseguenza di tutta questa organizzazione pubblica, anche gli irriducibili individualisti dell’automobile possono scorazzare in maniera più o meno fluida (ore di punta permettendo) per la città, c’è che la Deutsche Bahn, quel che da noi sarebbero le Ferrovie dello Stato, ha messo in funzione un altro servizio. Biciclette. Chi conosce un po’ Berlino sa che, inverno o estate poco cambia, la città è percorsa da ciclisti che scorazzano indisturbati su piste ciclabili diffuse ovunque: niente colli, niente saliscendi, tutto piatto, l’orografia aiuta. Bene, le Ferrovie hanno disseminato la città di biciclette riconoscibili dal marchio “DB” stampato sul telaio. Hanno anche un congegno elettronico dal quale si possono recuperare tutte le informazioni che servono per prenotare, utilizzare, pagare e riconsegnare il veicolo. In qualsiasi punto della città. Via telefonino. Trovate una bici a Kreuzberg. Comunicate via sms alla centrale il numero di codice che il congegno elettronico vi indicherà. Sganciate la catena, balzate in sella e pedalate. Arrivati a destinazione, ovunque essa sia, il congegno vi indicherà un altro codice. Rimandate un sms con il nuovo numero. Riagganciate la catena e il costo (piuttosto irrisorio) vi sarà addebitato sulla carta di credito. E’ un servizio ai cittadini e ai turisti. Per rendere tutti liberi di andare in bici, in metro, in tram o in automobile. La chiamano post-modernità. Funziona.

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