Da
oggi, e per quattro giorni, si svolge a Berlino, in gran parte nel
famoso quartiere di Kreuzberg, la manifestazione chiamata
Carnevale delle Culture. Una lunga kermesse che riunisce artisti
e musicisti che hanno portato nella capitale tedesca suoni e
tradizioni dei loro paesi d’origine. In cartellone appuntamenti di
genere diverso, dal corteo in maschera alle occasioni per i più
piccoli, fino alle esibizioni di bande di musiche etniche, folk,
hip-hop. Quasi un’olimpiade della musica: 4mila e cinquecento
artisti in rappresentanza di settanta paesi, Germania compresa. La
curiosità è che i gruppi che suonano sono costituiti da musicisti
che vivono a Berlino: non è dunque un festival ad inviti o una
collezione di gruppi musicali provenienti da altri paesi, ma un vero
e proprio raduno delle tante facce che compongono il complesso
melting-pot berlinese.
La
manifestazione giunge al suo dodicesimo anno di vita. È
cresciuta di anno in anno, attirando un numero sempre
maggiore di visitatori. Per l’edizione di quest’anno si
prevede l’arrivo di un milione e mezzo di partecipanti che
si snoderanno per le strade di Kreuzberg e anche di
Neukölln, il quartiere in cui ha sede il comitato
organizzatore. Oltre alla buona musica e all’atmosfera di
festa, l’iniziativa si inserisce nel tentativo di amalgamare
le diverse anime “straniere” della città attraverso musica e
cultura. Il patrocinio del Senato ha questo obiettivo,
mentre le singole manifestazioni sono autofinanziate dagli
stessi gruppi. Forse una goccia di allegria nel grande mare
dei problemi che l’integrazione di diverse culture pone a
una città variegata come Berlino, ma è un’iniziativa che
vale la pena di seguire, perché è nata spontaneamente e
altrettanto spontaneamente è cresciuta e si è affermata nel
corso del tempo. Sino ad oggi, Berlino è riuscita a tenere
assieme tensioni e speranze dei tanti gruppi che sono
arrivati in questa capitale atipica, riducendo al minimo le
ribellioni che in altre città europee hanno segnato le
cronache recenti.
Tornando al Carnevale, la festa si snoderà per le vie dei
due quartieri limitrofi di Kreuzberg e Neukölln e sarà
articolato in doverse aree, a seconda dell’area geografica
da cui provengono i gruppi che si esibiranno. Il
Barrio Latino, occupato dai musicisti spagnoli e
latino-americani.
L’area eurasica, con i gruppi balcanici, indiani,
mongoli e dell’estremo Oriente (qui è inserito anche il
gruppo salentino della pizzica). La grande tradizione turca,
che a Kreuzberg è praticamente vita quotidiana, raccolta nel
Bazaàr Oriental. L’Africa radunata nello spazio
denominato
Farafina. E, incredibile ma vero, anche una concessione
alla moda del momento, la
musica religiosa, declinata però nelle tante religioni
che attraversano il mondo, dal cristianesimo al buddhismo
(qui ci asteniamo dal dibattito sulla cifra religiosa del
buddhismo), dall’ebraismo all’islamismo. Qualcuno potrà
storcere il naso, di fronte a questo happening
multiculturale, che può apparire ingenuo e incline al
politicamente corretto. Ma se vi trovate da queste parti e
non volete dargli una valenza sociale, venite lo stesso ad
ascoltare un po’ di buona musica. Ne varrà comunque la pena.
(c)
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