Apriamo la settimana con un tema più leggero. L’estate è ormai
iniziata, il caldo incombe e la mente vola già verso le vacanze.
Salvo casi particolari, Alexanderplatz prenderà dunque un tono più
leggero anche nelle prossime settimane, magari provando a suggerire
ai futuri vacanzieri luoghi, città e segreti delle regioni
tradizionalmente oggetto di osservazione di questa rubrica. Berlino
innanzitutto, divenuta una vera e propria capitale turistica e già
in questi giorni assediata da molti visitatori italiani. Poi la
Germania più in generale, il Baltico, la Scandinavia e l’Europa
centro-orientale. Insomma, non perdetevi le prossime puntate di
Alexanderplatz se avete intenzione di partire verso queste regioni.
Per oggi invece ci soffermiamo sui nomi di villaggi e città. Ogni
paese ha le sue stranezze. In Italia non c’è che l’imbarazzo della
scelta, di nomi buffi ce ne sono tanti, da Casalpusterlengo a
Trepuzzi, da Bitonto a Forlimpopoli, da Roccacannuccia a Bastardo,
piccolo centro umbro il cui cartello di benvenuto ai turisti sembra
francamente una presa in giro. Altri nomi sono divenuti famosi per
questioni autostradali, tutti conoscono gli incolonnamenti sull’A1
tra Roncobilaccio e Barberino di Mugello, motivo per cui questi nomi
che all’apparenza suonano simpatici incutono invece timore in tutti
gli automobilisti.
Anche
la Germania non fa eccezione. Come gli americani, che hanno
ribattezzato con nomi europei molte loro città, per cui se
uno cerca Berlino su Google si ritrova innanzitutto
sprofondato nella pancia dell’America profonda, così i
tedeschi non hanno resistito al richiamo esotico. E
soprattutto nel nord del paese, nella regione dello
Schleswig-Holstein, si potrebbe racchiudere nel breve spazio
di pochi chilometri un viaggio attorno al globo, visitando
in fila cittadine e borghi che si chiamano Norvegia,
California/Brasile (qui si è esagerato), Inghilterra,
Camerun, Texas ed Egitto. Per visitare Amerika, invece,
bisogna arrivare al confine con la Repubblica Ceca. Il
Brandeburgo non gode di buona fama, per il rischio di
incontrare qualche testa rasata in vena di vandalismi.
Peccato, perché invece si tratta di una terra aspra e bella,
con il vantaggio di essere ancora poco battuta dal turismo
di massa (se si escludono Potsdam e la provincia fluviale
dell’Havelland). Terra priva di umorismo, tuttavia, almeno
nella cittadina di Ohnewitz, letteralmente “Senza battuta”.
Ci si può rifare a pochi chilometri di distanza andando a
vedere il salto del montone, o almeno così promette dal nome
la città di Hammelspring.
Se si
ama l’azzardo, si può scommettere viaggiando verso Ovest, a
Wetten, una frazione di Kevelaer, in Vestfalia e poi,
proseguendo lungo il confine occidentale in direzione sud,
chiedere l’elemosina a Betteldorf, annoiarsi a Langweiler e
provare a vedere Lochness in Germania pernottando a
Schlangenbad. Se non conoscete il tedesco, possiamo
assicurarvi che i nomi delle città promettono davvero quello
che vi abbiamo suggerito. Pochi spiritosi vorrebbero vivere
a Vier Häuser, letteralmente
“quattro case”, in Baden-Württemberg, mentre molti
potrebbero curare l’Ostalgie (la nostalgia per i tempi della
Germania orientale) a Rot an der Rot: più rosso di così. In
Baviera devono avere qualche problema di complesso d’Edipo
non risolto, con tutte queste cittadine che in qualche modo
rimandano ai seni femminili (Titten, in slang):
Titting, Tittenkofen, Tittmoning, e qui fate molta
attenzione perché siamo entrati nelle terre d’origine di
Papa Ratzinger. E se mai il cielo grigio dovesse farvi
venire qualche malinconia, niente paura: basta trasferirsi
sull’Oder, al confine con la Polonia, in una frazione di Bad
Freienwalde che si chiama Zuckerfabrick, la fabbrica dello
zucchero. Magari filato.
(c)
Ideazione.com (2006)
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