Le riforme fanno bene. Nei paesi dell’Europa centro-orientale il
passaggio dal sistema comunista a quello liberale si riflette sulla
qualità della vita dei cittadini. Cibo migliore, minore consumo di
alcol e tabacco, maggiore attenzione al fitness e alla pratica
dello sport. Il boom economico che dura ormai da qualche anno
influisce sia sull’umore dei cittadini che sulla qualità dei
consumi. “Una combinazione di fattori positivi che incide sulla
situazione generale della salute, di gran lunga migliorata dopo la
svolta del 1989”, conferma Ivan Rovny, responsabile dell’Istituto
per la salute pubblica di Bratislava.
Una ricerca dell’istituto
focalizza l’analisi su tre paesi: Repubblica Ceca,
Slovacchia e Polonia. In tutti questi Stati i cittadini
hanno potuto usufruire di una migliore qualità del cibo e
alcuni modelli sociali importati dall’Occidente come una
maggiore attenzione all’aspetto estetico, hanno spinto verso
l’affermarsi di un’alimentazione più naturale: più verdura,
più frutta, meno carne e meno grassi. La cucina si è
alleggerita del carico di calorie, in conseguenza dei mutati
gusti, e i robusti piatti della tradizione mitteleuropea
vengono relegati ai pasti delle giornate festive. Questa
tendenza si riscontra soprattutto nelle generazioni più
giovani. Fatto positivo perché legato alla riduzione del
fenomeno dell’alcolismo giovanile. In Slovacchia il consumo
di alcol è passato dai 13,7 litri a persona del 1991 ai 7,4
del 2003. Di conseguenza si sono allungate le aspettative di
vita: quelle degli uomini hanno raggiunto i 70 anni, quelle
delle donne sono stabilizzate sui 78. Come si vede, si
tratta di prospettive ormai quasi in linea con quelle
dell’Europa occidentale. Il gap è stato riassorbito.
Anche ai polacchi va meglio
rispetto agli anni del comunismo. L’aspettativa di vita è
cresciuta di quattro anni e, soprattutto le donne, hanno
beneficiato di una migliore educazione sanitaria: sono
aumentate le visite preventive per le malattie e, di
conseguenza, sono diminuiti i ricoveri ospedalieri. Quasi
dimezzato il consumo di tabacco. Si fuma meno e meglio. Chi
ricorda il pestilenziale odore delle sigarette est-europee
può capire di cosa parliamo: la qualità del tabacco
disponibile è assai migliorata. Erano 15 milioni i tabagisti
polacchi negli anni Ottanta, oggi sono 8 milioni.
Anche la felicità incide sulla qualità della vita. L’81 per
cento dei cechi si dichiara soddisfatto della propria vita,
una percentuale inimmaginabile negli anni cupi del regime. E
anche a Praga, forse soprattutto a Praga, la lunga marcia
verso l’Occidente è stata velocemente compiuta. Guerra alle
calorie in nome di vitamine e cibi a basso contenuto di
grasso. I negozi di tendenza sono tutti biologici. E non è
infrequente, se vi trovate nei parchi, essere superati da
frotte di corridori in tenuta da jogging. Come a Central
Park.
(c)
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