Dopo il comunismo, più sani e più belli
di Pierluigi Mennitti
[23 mag 07]


Le riforme fanno bene. Nei paesi dell’Europa centro-orientale il passaggio dal sistema comunista a quello liberale si riflette sulla qualità della vita dei cittadini. Cibo migliore, minore consumo di alcol e tabacco, maggiore attenzione al fitness e alla pratica dello sport. Il boom economico che dura ormai da qualche anno influisce sia sull’umore dei cittadini che sulla qualità dei consumi. “Una combinazione di fattori positivi che incide sulla situazione generale della salute, di gran lunga migliorata dopo la svolta del 1989”, conferma Ivan Rovny, responsabile dell’Istituto per la salute pubblica di Bratislava.

Una ricerca dell’istituto focalizza l’analisi su tre paesi: Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia. In tutti questi Stati i cittadini hanno potuto usufruire di una migliore qualità del cibo e alcuni modelli sociali importati dall’Occidente come una maggiore attenzione all’aspetto estetico, hanno spinto verso l’affermarsi di un’alimentazione più naturale: più verdura, più frutta, meno carne e meno grassi. La cucina si è alleggerita del carico di calorie, in conseguenza dei mutati gusti, e i robusti piatti della tradizione mitteleuropea vengono relegati ai pasti delle giornate festive. Questa tendenza si riscontra soprattutto nelle generazioni più giovani. Fatto positivo perché legato alla riduzione del fenomeno dell’alcolismo giovanile. In Slovacchia il consumo di alcol è passato dai 13,7 litri a persona del 1991 ai 7,4 del 2003. Di conseguenza si sono allungate le aspettative di vita: quelle degli uomini hanno raggiunto i 70 anni, quelle delle donne sono stabilizzate sui 78. Come si vede, si tratta di prospettive ormai quasi in linea con quelle dell’Europa occidentale. Il gap è stato riassorbito.

Anche ai polacchi va meglio rispetto agli anni del comunismo. L’aspettativa di vita è cresciuta di quattro anni e, soprattutto le donne, hanno beneficiato di una migliore educazione sanitaria: sono aumentate le visite preventive per le malattie e, di conseguenza, sono diminuiti i ricoveri ospedalieri. Quasi dimezzato il consumo di tabacco. Si fuma meno e meglio. Chi ricorda il pestilenziale odore delle sigarette est-europee può capire di cosa parliamo: la qualità del tabacco disponibile è assai migliorata. Erano 15 milioni i tabagisti polacchi negli anni Ottanta, oggi sono 8 milioni.

Anche la felicità incide sulla qualità della vita. L’81 per cento dei cechi si dichiara soddisfatto della propria vita, una percentuale inimmaginabile negli anni cupi del regime. E anche a Praga, forse soprattutto a Praga, la lunga marcia verso l’Occidente è stata velocemente compiuta. Guerra alle calorie in nome di vitamine e cibi a basso contenuto di grasso. I negozi di tendenza sono tutti biologici. E non è infrequente, se vi trovate nei parchi, essere superati da frotte di corridori in tenuta da jogging. Come a Central Park.

(c) Ideazione.com (2006)
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