Il mondo in tavola
di Pierluigi Mennitti
[22 giu 07]


Una delle curiosità della Germania è la presenza massiccia della ristorazione di altre nazioni. Il paese è ricco di etnie diverse, un’immigrazione molto spesso di lunga data e ben integrata nel tessuto economico e sociale. E un ristorante è sempre il passo più semplice per avviare un’attività economica nel paese ospitante. Specie se la tradizione culinaria indigena non è robusta e se i cittadini sono curiosi e ben disposti a lasciarsi tentare da avventure gastronomiche esotiche. La discreta disponibilità economica e i prezzi mediamente contenuti di osterie e ristoranti fa poi il resto. Nei quartieri alla moda delle grandi città è normale trovare in fila uno dietro l’altro locali gastronomici indiani, libanesi, siriani, israeliani, russi, italiani, serbi, spagnoli, greci e ovviamente turchi. Tramontata la passione per i ristoranti cinesi, è adesso il momento del sushi e del Giappone mentre non perdono colpi le cucine del Sudest asiatico, coreana e tailandese in testa, con un veloce recupero di quella vietnamita. L’Egitto tiene in piedi il vessillo africano, assieme alla sempre più apprezzata cucina eritrea. E spostandosi ad occidente, oltre alle steak-house statunitensi e agli immancabili McDonald’s, non mancano i locali per gli amanti del Tex-Mex, dei brasati argentini e delle grigliate brasiliane.

In verità in Germania non è tanto la tradizione culnaria a mancare. Nel Sud si mangia molto bene, il Baden-Württemberg è una regione la cui cucina ha poco o nulla da invidiare alla vicina e più rinomata cucina francese. Seppur a rischio ipercalorico, non si può dire che gli amanti della carne non trovino una sorta di paradiso in Baviera e anche le regioni occidentali come la Renania, il Palatinato e la Westfalia offrono piatti prelibati accompagnati a vini e birre di grande qualità. In più, da qualche anno, la cucina tedesca sta vivendo una seconda giovinezza e molti cuochi dell’ultima generazione stanno affrontando con passione e successo la sfida di reinventare in chiave moderna (e dunque anche ipocalorica) i piatti della tradizione, magari con spunti presi da altre culture: non si spiegherebbe diversamente la rivincita dell’olio di oliva sul burro. Un meticciato gastronomico che incontra il favore dei clienti.

Eppure, niente pare più irresistibile che tuffarsi in un ristorante genuinamente etnico. Sarà per il piacere di sentirsi sempre in vacanza. O per la curiosità dei tedeschi verso culture diverse. O per quel pudore verso qualsiasi accento nazionalista, anche in cucina. Fatto sta che proprio in Germania è possibile trovare ristoranti di altri paesi che non adattano i propri piatti al gusto dei locali, ma offrono davvero ricette originali. L’Italia è ovviamente ben rappresentata in tutte le varianti regionali e i suoi ristoranti sono collaudati da una lunga tradizione, dal momento che la nostra comunità rappresenta ancora oggi il secondo gruppo straniero presente in Germania, dopo quello turco. E godono di ottima fama: l’Italia riscatta a tavola i giudizi negativi riservati alla sua politica e alla sua economia. Anche se quest’ultima si giova non poco del fascino culinario che il nostro paese esercita, come dimostrano le decine di negozi e spacci alimentari italiani e la costante presenza di prodotti italiani in tutti i supermercati tedeschi. In fondo la Germania è il nostro primo partner commerciale e, nel settore alimentare, il made in Italy non ha mai subito flessioni.

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