Neanche il tempo di dismettere gli abiti della cerimonia e il nuovo
presidente francese Nicolas Sarkozy è piombato a Berlino, prima
visita ufficiale all’estero. Cortesia ricambiata. Il giorno dopo la
sua elezione, Angela Merkel si presentò all’Eliseo da Jacques Chirac
prima di proseguire per Bruxelles. La politica estera dei paesi seri
conosce più continuità che rotture e rifugge gli slogan da campagna
elettorale. Essa segue binari consolidati che si rapportano agli
interessi nazionali e quando un presidente vuol dare una scossa, lo
fa senza abbandonare la via maestra. L’incontro immediato fra
Sarkozy e Merkel consolida il rapporto tra Francia e Germania che ha
costituito la base dell’integrazione europea, dopo le macerie di due
guerre mondiali. Questo processo s’è però inceppato e oggi ha
bisogno di fantasia e volontà per essere rimesso in moto.
Il ritorno della Francia sulla scena europea non può che
essere una buona notizia. Fantasia e volontà, ma anche una
buona dose di pragmatismo, questo è quello che ci vuole per
sbloccare l’impasse. Al di là dell’antieuropeismo populista
e dell’europeismo ingenuo, due facce della stessa medaglia,
quella dei neofiti. E di pragmatismo sembrano averne a
sufficienza questi due nuovi leader, figli di un’Europa più
giovane, non gravata dalle sofferenze post-belliche dei
nonni né (per ora) dal cinismo contabile dei padri
(anagraficamente parlando). C’è da approvare una
costituzione o un trattato, comunque un meccanismo che oggi
consente a ogni piccolo paese di bloccare processi politici
importanti. C’è da mettere assieme le esigenze dei nuovi
arrivati con quelle di chi da tempo ha costruito la casa
comune. Ma queste esigenze non sono princìpi o parole, sono
meccanismi, regole, sistemi di votazione: insomma, noiosa ma
decisiva ingegneria istituzionale.
Angela Merkel ha rimesso al centro della politica estera
tedesca il rilancio dell’Unione europea. Sarkozy ha
assicurato nel suo primo discorso presidenziale il suo
impegno continentale. Entrambi hanno ricordato le loro
origini “orientali”, tedesca dell’est la prima, ungherese il
secondo, per sottolineare l’importanza dell’Europa
riunificata. Adesso, lo sforzo comune sarà di fare in modo
che possa funzionare. Per riprendere la strada delle riforme
economiche (l’agenda di Lisbona), riannodare la partnership
con gli Stati Uniti, equilibrare i rapporti con Mosca e
riavvicinare le istituzioni di Bruxelles ai cittadini
europei. Sono tutti punti programmatici ribaditi ieri sera a
Berlino e che accomunano i due leader conservatori.
(c)
Ideazione.com (2006)
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