Ratisbona e lo specchio del passato
di Pierluigi Mennitti
[13 lug 07]


Se si dovesse mettere un confine tra il mondo mitteleuropeo del vecchio impero austro-ungarico e il mondo tedesco dei Reich, esso dovrebbe essere qui, a Regensburg. Il cambio di atmosfera si avverte immediatamente, forse anche complice il freddo vento di tramontana che spira oggi dalle foreste bavaresi ad est e fa precipitare la colonnina di mercurio a 17 gradi. E tuttavia l’antica Ratisbona, con le sue torri e i suoi campanili, con il Danubio che la sfiora senza penetrare nel cuore dell’Altstadt, con le sue viuzze medievali e il suo duomo papale, appare algida e distaccata come noi immaginiamo la Germania. Tutto qui richiama le glorie del passato. I tanti musei che celebrano la storia cittadina, le stanze del Rathaus dove si radunava la Dieta ai tempi del Sacro Romano Impero, i vicoli pieni di fascino medievale, i tanti negozi di antiquariato che riempiono il centro storico.

Ce ne sono di tutti i gusti e per tutti i tipi: dai cappelli per gentiluomini e dame dei secoli passati ai libri, alle mappe, alle stampe, ai gioielli, ai quadri, agli oggetti, ai mobili, agli occhiali. Tutto sembra cristallizzato nel passato, in questa città che ama specchiarsi nelle sue grandezze trascorse assai più che nelle acque del Danubio. Il suo ponte più famoso è quello di pietra, costruito nel 1135 e fino al 1935 rimasto l’unico a collegare le due sponde cittadine. Il locale più curioso è il piccolo caffè-lounge Via Ponte, una minuscola bomboniera fine ottocento che offre come bevanda alla moda il Kultgetränk der 50er, la bevanda cult degli anni Cinquanta, un revival di liquore ai frutti di bosco in ghiaccio. Anche i giovani universitari, che ciondolano pigramente nel bimestre estivo lungo le rive del fiume bevendo birra e fumando marijuana, sfogano esteticamente la loro ribellione travestendosi da punk: gli ultimi epigoni erano stato segnalati all’inizio degli anni Ottanta a Londra, e già allora erano una specie sotto tutela dell’ufficio turistico.

Giacchè di storia si vive, di storia parliamo, qui a Regensburg. Ad esempio della Dieta di Ratisbona, che si svolgeva nel palazzo del Rathaus con la riunione periodica di tutti i principi e i principi-elettori che di fatto reggevano le sorti del Sacro Romano Impero in vece dell’imperatore. Era un imperatore stanco, che volentieri abdicava al suo ruolo di controllore centrale, affidando direttamente ai principi il compito di regolare fra di loro gli equilibri generali. Per questo motivo, oggi alcuni storici tedeschi ravvisano nella Dieta imperiale una sorta di istituzione precursora del parlamento. Più che di un’assemblea elettiva legislativa, si dovrebbe parlare di un Bundesrat, di un parlamento federale, nel quale i rappresentanti delle regioni confrontavano e componevano i propri interessi. E il ruolo dell’imperatore, alla fine, non si distaccava molto da quello di un attuale presidente della Repubblica.

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