All’inizio del Ventunesimo secolo, una capitale globale e
cosmopolita che si rispetti, che vuole davvero essere
all’avanguardia e dettare mode e tendenze al mondo intero non può
mancare un qualche aggancio con quella forma di arte e design e
industria e cultura e mondanità contemporanea che è la moda. Su
tutte le targhe dei negozi più importanti degli stilisti più famosi
sono stampigliati i nomi delle città che dettano legge: New York,
Tokyo, Parigi, Milano, Roma, Firenze, Madrid, Londra. Oggi nuove
città, nuove capitali si affacciano su questo pianeta: Copenaghen,
Stoccolma, Mosca, Shangai. Tra queste, anche Berlino ora cerca il
suo posto al sole, il suo nome stampigliato sulle targhe dei negozi
che contano.
La moda in Germania ha una storia assai più lunga di quanto farebbe pensare la generale trasandatezza nel vestire del tedesco medio. Basta ricordare le notti modaiole della Berlino degli anni Venti, i vestiti da sera, lunghi ed eleganti delle attrici dell’epoca o gli impeccabili abiti di pittori e poeti, aggraziati da un tocco particolare, una sciarpa di seta, un cappello bohemien. Poi nel dopoguerra sono emersi due centri attorno ai quali si sono radunati gli stilisti venuti dal freddo: Dusseldorf e Amburgo, con Monaco di Baviera un po’ defilata e forse troppo influenzata dal carisma della vicina Milano. E tuttavia niente di paragonabile a quel che accadeva in Francia e in Italia: l’alta moda parlava latino.
Ma da qualche tempo Berlino s’è messa in testa di risalire la china e di provare a dire la sua. Molti giovani stilisti hanno aperto i loro atelier nelle botteghe restaurate dei nuovi quartieri, riportati in breve tempo agli splendori pre-bellici. A Prenzlauer Berg e soprattutto a Mitte, nello spicchio luccicante di Scheunenviertel, il dedalo di strade e vialoni stretto fra l’Alexanderplatz, la Sinagoga di Oranienburgstrasse e gli Hackeschen Höfe. In quelle vie, dentro i cortili che si intrecciano da una strada all’altra infilandosi negli interni dei palazzi, sta nascendo la riscossa della moda berlinese. Così come in ambienti totalmente opposti, come l’atelier immerso negli spazi verdi di Weißensee di Thoas Lindner e Maria Thomas, gli ideatori del marchio Butterflysoulfire. Sono nomi nuovi, che ancora dicono poco o nulla a una clientela commerciale perché si muovono sul terreno della sperimentazione e dell’innovazione. E’ da qui che nascerà il futuro.
Nel frattempo le istituzioni pubbliche provano a svolgere il loro compito e ad accompagnare con il loro sostegno questa Neue Welle. E dalla prossima settimana, gli spazi rinnovati della Pariser Platz, la piazza che può vantare lo scenario dorato della Porta di Brandeburgo, si apriranno alla prima settimana della moda berlinese. Il potenziale c’è, la forza economica pure, la creatività non manca. E sulla Sprea si spera che possa nascere una storia di successo come quella di New York.
Per scrivere ad Alexanderplatz: pmennitti@hotmail.com
(c)
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