Le notti bianche dell'Europa nordica
di Pierluigi Mennitti
[12 giu 07]


Quello attorno al solstizio d’estate è uno dei periodi più affascinanti da trascorrere nelle regioni settentrionali d’Europa. Le cosiddette notti bianche hanno una lunga storia letteraria che affonda le radici nelle saghe islandesi e, in secoli più vicini a noi, sono state raccontate dal genio romanzesco dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Le notti bianche di San Pietroburgo, alle latitudini baltiche. Il fenomeno naturale è noto anche da noi: le agenzie turistiche specializzate offrono in questo mese viaggi tutto compreso verso il luogo mito di Capo Nord, su in cima alla Scandinavia, il vertice più settentrionale del nostro continente, anche se di questi tempi basta fermarsi ad Helsinki per addormentarsi con il cielo ancora azzurro. Viaggiando più a nord, tuttavia, lo sforzo viene ripagato con uno spettacolo ancor più grandioso, quello del sole di mezzanotte. Una palla rossa che scivola lungo l’orizzonte marino, senza mai tuffarsi di sotto. La luce eterna, per qualche settimana, ripaga del buio deprimente nei mesi invernali quando tutto si inverte, e tra Stoccolma e Goteborg albeggia alle dieci e il tramonto inizia alle due del pomeriggio.

Per quanto si possa immaginare un fenomeno naturale, la sua esperienza diretta è tutta un’altra cosa. L’eclissi totale di sole appartiene a questo genere di esperienze straordinarie, così come, restando in area scandinava, l’aurora boreale che riempie di luci pirotecniche le scure notti di ottobre. D’estate le giornate si allungano anche nelle regioni più a sud, in Italia e in Grecia, ma la luce le abbandona prima ancora di sedersi a tavola per la cena. Non a caso la mitologia, oggi replicata in mille feste che si richiamano alla tradizione pagana, trova casa nelle repubbliche del nord. Una delle celebrazioni più famose si svolge sulla spiaggia di Jurmala, in Lettonia, a pochi chilometri dalla capitale Riga. Ogni anno vi accorrono migliaia di giovani, da tutte le Repubbliche baltiche e da mezza Europa.

Chi si accontenta, oltre a leggere il romanzo poetico di Dostoevskij, può fare un po’ meno strada. E fermarsi in Europa centrale, a poche ore di aereo dall’Italia. A giugno Bruxelles sfida la fama ingenerosa che la accompagna, prolungando gli orari dei ristoranti all’aperto fino a notte fonda, tanto la luce rischiara la tavola fino alle ventitrè. E, un po’ più ad est, Berlino accende le sue serate festose nei bar lungo la Sprea o nei Biergarten attorno ai laghi. Il cielo resta azzurrino fino a oltre le dieci di sera e, se si guarda in fondo all’orizzonte, in realtà non diventa mai completamente buio. Sui tavoli i camerieri dispongono le candele ma, con un po’ di immaginazione, non è difficile raffigurarsi i chiarori della Scandinavia. E’ il soffio dell’estate, in attesa di vivere in autunno e in inverno notti bianche artificiali, ma altrettanto festose, nelle città italiane.

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