Sarà che la Rinascente non ha più il fascino di una volta, ora che
non è neppure più italiana. E sarà che i centri commerciali, queste
nuove cattedrali dello shopping giustamente celebrate e
vivisezionate dall’interesse dei sociologi, sono un po’ tutti uguali
e dislocati fuori dai centri urbani. Ma se volete essere sicuri di
trovare turisti italiani in giro per Berlino, venite in uno dei
grandi magazzini della città. C’è l’imbarazzo della scelta, come
sembrano sapere i nostri connazionali. Dal famoso KaDeWe, il
Kaufhaus des Westens che celebra in un tripudio di luci e colori il
suo primo centenario sulla Tauentzienstrasse alla nuova Galeria
Kaufhof, che ha preso il posto del poverissimo grande magazzino
dell’est sull’Alexanderplatz. E poi le tante succursali di Wertheim
e il più popolare Karstadt, magari quello tutto dedicato
all’abbigliamento sportivo e di tempo libero a due passi dalla
stazione dello Zoo. E le nuove Arkaden di Potsdamer Platz, dove –
dicono i berlinesi – ci vanno solo i turisti. Ovunque decidiate di
andare, sappiate che troverete file di italiani, innamorati dello
shopping e affascinati dagli scaffali traboccanti di beni. Anche
perché qui si può trovare e comprare di tutto, dai libri ai vestiti,
dalle valige ai televisori, dai computer ai formaggi, dai profumi
alle tende per campeggio. Il grande magazzino tedesco è
enciclopedico.
Del KaDeWe abbiamo già
scritto, proprio in coincidenza con la data del suo
anniversario. Inutile ripetersi, meglio rimandare
al reportage che Ideazione ha pubblicato online proprio
in questi giorni. Un solo pressante consiglio. Se decidete
di visitarlo, non mancate davvero i due ultimi piani
gastronomici, con i ristoranti e i bistrò migliori di tutta
la città. Mi è capitato di passarci qualche giorno fa e ho
notato che l’unico posto dove gli italiani sembrano mostrare
una certa timidezza è proprio di fronte ai banconi dove i
cuochi friggono pesce, arrostiscono würstel,
arrotolano sushi o spianano crepes. Fidatevi. Può sembrare
strano mangiare in un grande magazzino. Ma se avete qualche
euro da spendere e non volete rischiare di prendere
fregature in qualche ristorante turistico, allora
abbandonatevi ai piaceri culinari del sesto e del settimo
piano. Se per molte cose il KaDeWe se la gioca con Harrods a
Londra o Lafayette a Parigi (che ha un suo magazzino pure a
Berlino sulla Friedrichstrasse), sul piano gastronomico non
c’è storia. Berlino batte tutti.
Una menzione merita la nuova
Galeria Kaufhof di Alexanderplatz. Anche qui polvere di
storia. Negli anni della Ddr questo lato della piazza era
presidiato dal Centrum-Warenhauses, l’ampio ma povero grande
magazzino dell’Est. Saloni immensi e vuoti, malamente
illuminati, offerta scadente in qualità prima ancora che in
quantità. Ma Alexanderplatz era sempre stata la piazza degli
scambi e dei commerci, anche se non tutti nobili e non tutti
legali. Così, alla caduta del Muro, l’idea è stata di
riservarla ai grandi empori. Dopo qualche anno di
transizione, Kaufhof ha rinnovato di sana pianta il vecchio
Centrum e ha aperto il più grande magazzino a est della
Porta di Brandeburgo. E’ ampio e luminoso e, sebbene
l’ultimo piano non offra la stessa ampia offerta
gastronomica del KaDeWe, le vetrate panoramiche del
ristorante sono più belle e lo sguardo può spaziare verso
oriente sino all’orizzonte del Brandeburgo.
Ultimo accenno alle Arkaden.
Un passaggio coperto più che un magazzino, è il trionfo di
vetro e acciaio nel cuore di Potsdamer Platz, la piazza
ricostruita con i progetti futuristici di Renzo Piano e di
altri architetti in voga. Un lungo corridoio centrale con
negozi alla moda da un lato e dall’altro. Due corridoi
sopraelevati con altri negozi di elettronica, cancelleria,
libri e caffé. Un piano sotterraneo che conduce alla metro
dove si trovano gli immancabili chioschi alimentari.
D’estate può fare un po’ caldo ma d’inverno è un rifugio
sicuro dai morsi del gelo. Poi, a voi italiani la scoperta
di altri magazzini. Ce ne sono tanti sparsi in tutta la
città, nei quartieri periferici, sui boulevard che tagliano
i palazzoni della metà orientale. I commessi saranno
entusiasti di vedervi. Per loro siamo una certezza: i russi
passano, gli spagnoli sono lunatici ma gli italiani ci sono
sempre. E spendono volentieri.
Per scrivere ad Alexanderplatz: pmennitti@hotmail.com
(c)
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