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L'ALTRA
FACCIA DELLA NEW ECONOMY |
Per
i web-workers
un futuro da
metalmeccanici
di
Simone Navarra
Internet
è il presente e il futuro e, proprio perché è uno dei pochi settori
produttivi per i quali il domani non è un interrogativo irrisolvibile,
l’offerta di lavoro cresce continuamente. Anche se oltre al nome, le
professionalità finora impiegate, hanno poco in comune con l’esempio
americano od europeo. Web master, e-manager, surfer, editor e designer di
casa nostra sono solo “lavoratori atipici”, gente per lo più assunta
con contratti di “collaborazione coordinata e continuativa”, noti come
il “popolo del 10 per cento” da quando, nel ’96, l’Inps ha
istituito un fondo speciale in cui si versa questo contributo nel
frattempo salito al 12 per cento, diviso fra committente e prestatore
nella quota rispettivamente di due terzi e un terzo. Per regime
contributivo insieme alle nuove professioni create ad uso delle nuove
tecnologie ci sono insomma i pony express e i traduttori, i consulenti e
gli animatori turistici. Esigenze e prospettive, quindi, diverse per
persone che fanno lavori diversi e che è complicato immaginare insieme
come nel famoso quadro “Novecento” di Pelizza da Volpedo. E se a tutto
questo si aggiunge che il traguardo di un’assunzione a tutti gli effetti
è con un contratto ricalcato su quello dei metalmeccanici, il sospetto
che l’errore sia dietro l’angolo è più che un sospetto. Nei panni di
chi è certo di deviare il corso degli eventi e rimettere in carreggiata
quel che da solo non può crescere, è Carlo Smuraglia, eletto in
Lombardia, nel collegio 8 di Rozzano, avvocato e presidente democratico di
sinistra della undicesima Commissione permanente Lavoro e previdenza
sociale al Senato. Suo il disegno di legge 2049, risalente a quasi due
anni fa, che per primo vuol “fare chiarezza”. Il testo approvato
prevede una gran serie di paletti per quel terziario che crea posti di
lavoro. Il risultato è che anche i famosi pony express potranno
organizzarsi sindacalmente e stipulare contratti collettivi con la
controparte. Rinaldo Fadda, vice direttore generale di Confindustria
subito dichiarò: “Questa legge è pessima perché introduce nuove
bardature nel mercato del lavoro”.
A
un anno dall’iniziativa di Smuraglia Mario Aiello, presidente
dell’Alai, l’associazione lavoratori atipici della Cisl, fa il coro:
“Semmai questo progetto dovesse passare anche alla Camera ci sarà
ancora più confusione e aumenterà il lavoro nero”. Ed evidentemente il
2049 non deve piacere a molti perché il presidente della commissione
lavoro della Camera Renzo Innocenti, altro diessino, insieme con Fabio
Mussi, presidente dei deputati di Botteghe oscure lo bloccano e ne
presentano un altro “meno interventista”. La legge che mette tutti
d’accordo non è stata ancora approvata e quella che lo sarà, di sicuro
scontenterà qualcuno. Il pericolo è che alzando un muro che protegga chi
è dentro, chi lavora, si impedisca ad altri di entrare e così facendo si
blocchi un’industria che ha il domani in tasca.
sinavar@tin.it
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