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  L'ALTRA FACCIA DELLA NEW ECONOMY

La storia di Saylor,
piccolo fiammiferaio
della new economy

di Stefano da Empoli

Michael Saylor non è un uomo dalle modeste ambizioni. Essere a 35 anni uno degli uomini più ricchi al mondo, con il suo stock di azioni valutato a più di 20 mila miliardi di lire, incominciava negli ultimi tempi a stargli un po’ stretto. Il suo vero obiettivo, come dichiara su un numero del “Washingtonian”, è quello di cambiare il mondo. Come è possibile apprendere sul sito di Microstrategy, la società di software di cui è presidente e amministratore delegato, oltre che principale azionista, sono molti i mezzi di informazione ad essersi interessati di lui negli ultimi anni. Il problema è che le sue discettazioni sul mondo erano rimaste per lo più confinate ad un audience economico-finanziaria, senza raggiungere le masse. Già l'anno scorso aveva tentato di allargare il suo giro tradizionale, intervenendo ad una convention sulla famiglia del partito democratico, a fianco del vicepresidente Al Gore.

Ora però Saylor aveva deciso di puntare più in alto. Marzo doveva essere per lui l’inizio di una lunga primavera. Un paio di settimane dopo l’uscita sul “Washingtonian” è apparso un suo articolo sul “Washington Post”, dove presentava una vera e propria piattaforma politica incentrata sul contributo del software alla società. Tutto questo doveva preparare il terreno al piatto forte della strategia: un progetto di università online gratuita e aperta a tutti. La proposta ha fatto il giro del mondo, anche se è rimasta generalmente confinata alle pagine interne dei giornali. Il fatto quindi di campeggiare una settimana dopo sulla prima pagina non di un giornale economico ma di un tabloid come il New York Daily News, insieme al Papa e a Madonna, in circostanze normali sarebbe stata accolta come un’incoronazione. Magari per l’occasione avrebbe accolto con giubilo anche toni meno che incensatori. E’ risaputo che la notorietà ha i suoi costi, la gente è invidiosa e i giornalisti più di tutti gli altri. Ma certo Saylor, che ama essere preso sul serio, non immaginava di essere piazzato lì all’unico scopo di far ridere i lettori sulle sue sventure.

L’oggetto dello scherno era la caduta in Borsa dei titoli della Microstrategy della scorsa settimana, che gli ha sciolto in tasca più di diecimila miliardi di ricchezza virtuale. Il buon Saylor, da portabandiera del bene dell'umanità, era passato a truffatore di ignari azionisti. Sì perché, mentre lui si occupava dei destini di tutti noi, i suoi manager cercavano di illudere gli investitori di Borsa gonfiando i conti della società. Con giochi di prestigio come la fatturazione prima del dovuto delle vendite di software al fine di battere le aspettative di Wall Street. E con la complicità di uno dei giganti dell’auditing, PricewaterhouseCoopers, che per anni aveva certificato bilanci allegri, salvo poi avere pochi giorni fa un ripensamento, dal quale trae origine la caduta di Borsa. Secondo la ricostruzione del New York Times, all’origine del cambio di rotta ci sono alcune analisi, riprese dalla rivista Forbes, che avevano messo in dubbio l’esatta conformità alle norme contabili dei conti di Microstrategy. Nella sede principale di PricewaterhouseCoopers, Forbes viene trattato con rispetto. Parte quindi una telefonata preoccupata alla filiale della Virginia che si occupa di Microstrategy. Si chiede conto di quanto siano fondate le notizie apparse sui giornali. Dopo rapidi accertamenti, si dà l’ordine di costringere Microstrategy a rivedere i conti dei due anni precedenti.

Di qui il comunicato di Microstrategy, concordato con PricewaterhouseCoopers, in cui si afferma che il cambiamento è dovuto a recentissime disposizione della Sec (la Consob americana) in materia contabile. I titoli crollano e poi risalgono leggermente sul finire della scorsa settimana. Intanto però Microstrategy ma soprattutto PricewaterhouseCoopers incorrono in una seconda figuraccia. Secondo il New York Times, stavolta è la Sec a irritarsi, ritenendo sostanzialmente false le notizie contenute nel comunicato. Le norme eluse sono quelle fissate per le società di software dall’Associazione americana dei contabili nel 1997, quindi ben tre anni fa. Dal momento che anche la Sec è rispettata ai piani alti di PricewaterhouseCoopers, nonché di Microstrategy, esce un comunicato che rettifica il precedente. Insomma, una vicenda imbarazzante sia per la new economy che per la old. Dove una volta tanto ad aver fatto una buona figura sono gli organi di informazione, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari e il mercato borsistico, che ha dimostrato, almeno stavolta, di saper coniugare esuberanza e giudizio.

stefanodaempoli@yahoo.com

 

LA SOCIETA’
DI SAYLOR

(il sito
ufficiale)

www.micro
strategy.com

FORBES
(la rivista
che ha avviato
l’inchiesta)

www.forbes
.com

NEW YORK
TIMES

(il sito
ufficiale)

www.ny
times.com

WASHINGTONIAN
(il mensile
della Capitale)

www.washin
gtonian.com

DAILY NEWS
(il quotidiano
popolare)

www.nydaily
news.com/
today/-/-/
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