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  COMMENTI

Il paese normale,
tutti in ginocchio
aspettando un treno

di Barbara Mennitti

Ormai quando D’Alema appare sui teleschermi col suo saccente baffetto, snocciolando i numeri di una fantomatica ripresa e vaneggiando di un paese normale, ci viene un dubbio inquietante: qual è il suo concetto di normalità? Giovedì sera il ministro dei Trasporti Bersani annuncia trionfante che lo sciopero nazionale dei controllori del traffico aereo, indetto per il giorno successivo, è stato revocato in extremis e che i voli saranno quindi regolari. Venerdì, aeroporto di Linate, traffico aereo paralizzato, aspiranti passeggeri inferociti costretti a bivaccare in aeroporto per tutta la giornata. Non parte niente. Il ministro Bersani, nella foga del trionfo, si era dimenticato un piccolo particolare: per venerdì erano stati indetti due scioperi, uno su scala nazionale, che è stato sospeso, e uno su scala regionale, che è stato confermato e ha causato innumerevoli disagi. Bazzecole.

Sabato sera, ufficialmente alle 21 ma in realtà con una mezz’ora d’anticipo, iniziano le ventiquattr’ore di passione annunciata per circa mezzo milione di altri aspiranti passeggeri, quelli ferroviari. L’Orsa, l’organizzazione sindacale che raggruppa macchinisti e capistazione autonomi, in polemica i sindacati confederali, indice uno sciopero dai contenuti piuttosto oscuri che paralizza il traffico. Da Milano a Venezia, a Bologna, a Firenze, a Roma, a Napoli il caos regna sovrano. Si fermano persino alcuni treni che erano partiti prima dell'inizio delle agitazioni, di partire davvero non se ne parla. Gli alberghi della zona si riempiono in fretta e moltissimi sono costretti a passare la notte nelle stazioni. Studenti, militari che devono rientrare in caserma, anziani, sprovveduti e increduli turisti, scolaresche in gita scolastica... tutti insieme appassionatamente sul tavolaccio dei sedili o sul pavimento delle sale d’aspetto, infreddoliti, impauriti ma, soprattutto, arrabbiati neri.

Il giorno dopo le cose non migliorano: è domenica quindi non ci sono neanche i cosiddetti “treni da garantire” e infatti si parla addirittura di oltre tremila treni soppressi sui 4mila 400 abituali. L’assistenza è davvero degna del Belpaese: poche e sparute biglietterie aperte, uffici informazione che non sanno niente, cartelloni luminosi in tilt... bisogna affidarsi al tamtam. Ogni tanto si sparge la voce che dal tale binario sta per partire un treno per la tale destinazione. Allora ci si produce in uno scatto alla Pietro Mennea, seguendo la scia di altri corridori, fino a un treno stipato fino all’inverosimile con la speranza che vada davvero dove dicono, perché, manco a dirlo, non c’è nessun “addetto” a cui chiedere. A Napoli si arriva al paradosso: le Ferrovie dello Stato hanno provveduto a fornire degli autobus sostitutivi (privati) con tanto di autisti che non hanno effettuato nessuna corsa (e saranno ugualmente pagati) perché l’ufficio informazioni della stazione non ne sa niente. “Non spetta a noi fornire queste informazioni”. Questa settimana si replica: lunedì ancora gli aerei: dalle 11 alle 15 si fermano i piloti aderenti alla Uil trasporti. Lo stesso giorno scioperano i dipendenti della Banca d’Italia con possibili ritardi nei pagamenti degli stipendi e delle pensioni. Lunedì 6 aprile si fermano i traghetti. Cosa abbiamo fatto per meritarci tutta questa normalità?

bamennitti@hotmail.com

 

TUTELA DEL
CONSUMATORE

(una legge
spesso
disattesa)

www.luiss.it/
medialaw/
it/consumatori/
scioper.htm