E'
la conoscenza
il vero motore
della new economy
di
Antonio Pilati
Il
punto cruciale che distingue la nuova economia dalla vecchia non è tanto,
come spesso si dice, la crescente importanza delle reti di comunicazione o
la velocità delle connessioni quanto un fattore più generale che
ricomprende e indirizza tutti gli altri, vale a dire il ruolo decisivo che
la conoscenza viene assumendo nella produzione di ricchezza. Al riguardo i
fatti significativi sono molti.
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La
gran parte delle iniziative innovanti di maggior successo si concentra
nell’area computer e comunicazione (ovvero nella elaborazione e
distribuzione di conoscenze).
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I
guadagni di produttività si generalizzano quando l’uso dei computer
diventa capillare e razionalizza i flussi di informazione soprattutto
nelle attività di servizio
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Internet
si rivela uno straordinario moltiplicatore delle valutazioni di Borsa.
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La
diffusa liberalizzazione delle telecomunicazioni si traduce
rapidamente in ribassi dei prezzi e in crescente efficienza
organizzativa per le imprese.
Il
punto problematico riguarda il modo con cui la conoscenza retroagisce sul
funzionamento generale dell’economia; in altri termini, quali elementi
di novità rendono oggi, a differenza che in passato, gli effetti
cognitivi più efficaci, come fattori di produzione, del capitale e del
lavoro e quindi riescono a modificare il ciclo, a mutare le aspettative
degli operatori? Già dalla fine del XIX secolo la conoscenza, che ha
sempre svolto una funzione di primo piano nella trasformazione della
natura, aumenta di efficacia e accelera a dismisura il tasso
dell’innovazione produttiva. Dopo Taylor le cognizioni relative ai
processi di lavoro si separano dall’esecuzione e assumono un’autonomia
formalizzata, oggetto di una riflessione specifica che le precisa e le
accumula; dagli anni Venti si forma il marketing che fornisce ai
consumatori migliori informazioni a minor costo sulle condizioni di
offerta.
Negli
anni Ottanta si realizza un ulteriore salto evolutivo.
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La
crescita di scala e di complessità delle organizzazioni porta a
isolare e specializzare le attività di controllo e coordinamento
(premessa per la diffusione capillare dei computer).
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La
distribuzione e la logistica scindono dal trasporto fisico una quota
crescente di operazioni e di contenuti che definiscono per le
transazioni nuovi standard operativi largamente dematerializzati
(e-commerce)
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La
connessione fra soggetti acquista dimensioni più ricche e flessibili
che trasformano, rispetto al modello tradizionale del telefono, lo
scambio cognitivo.
Tutto
ciò crea differenze di prospettiva che mutano le attese in campo
finanziario. Da un lato la trasformazione materiale sembra ormai giunta a
soglie operative il cui superamento è difficile in termini fisici e
sociorganizzativi (ciò ne riduce fatalmente le prospettive di crescita).
Dall’altro lato le attività legate alla gestione della conoscenza non
solo incrementano la potenza organizzativa diffusa nella società ma
anche, sui mercati rivolti ai consumatori finali, schiudono ampi orizzonti
di crescita a tutti i servizi che offrono arricchimenti dell’esperienza
(turismo, consumo di immagini e suoni, accesso a basi
di dati).
si di dati). |

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