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  CALCIO: 25a giornata

La barba al palo 

di Ernesto Granpasso

Il vecchio signore non ha molta voglia di festeggiare. Si porta sulle spalle 79 anni. E non c’è dubbio: se li è goduti. Pensa alla vita e riflette sul fatto che davvero non si può avere tutto. Scappa un sorriso. E’ un giorno che segna una svolta nella storia della sua famiglia. Il suo regno non è più assoluto. Anche la corona d’Italia deve fare i conti con quella brutta parola: globalizzazione. E’ contento comunque che il suo regno si associ a quei vecchi signori americani della General Motors. Ha sempre amato quel mondo al di là dell’Oceano, dove si considera di casa. E’ strano, ora che la Fiat ha ceduto la sua sovranità sul mondo a quattro ruote, ora che il suo potere d’influenza sul mondo industriale italiano non è più né dovuto né scontato (chissà come ha fatto il piccolo napoletano ad occupare la poltrona di Confindustria), i suoi gioielli, i suoi giocattoli, brillano come non facevano da anni. Non si può davvero avere tutto. L’immagine delle due rosse che macinano chilometri e appaiono potente e affidabili più che veloci sono il segno che lui, il vecchio signore, non è ancora tramontato del tutto in questo mondo.

E poi la vecchia Juve, che forse in questi anni non assomiglia molto a lui, non è un diamante, ma vince. E’ un po’ come le Fiat. Funziona, ha un motore solido, la carrozzeria non è bellissima, ma è funzionale. Poco affascinante, ma vincente. Il vecchio signore guarda poi il faccione dell’allenatore bianconero. Si è comportato bene. Non se lo aspettava. Il signor Ancelotti, allievo di Sacchi, è ricco di saggezza contadina. La sua Juventus è un trattore, ma di quelli che fanno le gare nelle immense strade americane. La sua Juventus ha qualcosa delle squadre di football, giocatori veloci che si infiltrano nelle linee nemiche (come Inzaghi?), una difesa atletica, rocciosa e scattante, cursori potenti e ben lanciati in progressione. E poi, come nessuno in Italia, un regista e un uomo dell’ultimo passaggio: Zidane e Del Piero. Il vecchio signore ci pensa su un attimo. No, non vuole che la General Motors gli chieda anche questo: una percentuale dei colori bianconeri.