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  ITALIA TRA OLD E NEW ECONOMY

Tramonta l'era Fiat.
Una rivoluzione per
l'economia italiana

di Arturo Donati

Nel volgere di poche ore l’indiscrezione si è trasformata in dettagliata notizia: la Fiat ha scelto il suo partner e ha perfezionato l’intesa con la General Motors. Per quanto imprevista, perché sembrava che la società torinese fosse impegnata su un altro fronte di trattativa, l’operazione non ha determinato sorpresa. La concorrenza nel settore dell’auto va divenendo sempre più serrata e per fronteggiarla occorrono non solo grandi aree di mercato, ma pure grandi numeri di produzione e di vendita. Per una società delle dimensioni della Fiat il destino era segnato e l’attrazione verso l’intesa ha subito una accelerazione dopo l’uscita di Romiti. La successione di Fresco va letta proprio in rapporto alla capacità, che gli è riconosciuta, di gestire la strategia delle alleanze che ha costituito il maggiore impegno dell’azienda negli ultimi mesi.

Non si conoscono i dettagli dell’operazione, ma si sa che la General Motors ha gettato le basi per rendere possibile una successiva acquisizione dell’intero pacchetto azionario. Ciò significa che la famiglia Agnelli, mediando fra le diverse tendenze, ha scelto la cosiddetta “uscita morbida” dalla società e dal settore dell’auto. Tuttavia sempre di uscita – sia pure da misurare su tempi medi - si tratta e di conseguente reimpiego di una enorme liquidità in altri settori. Non sono elementi trascurabili per il paese e per lo sviluppo della sua economia. I soliti ambienti bene informati assicurano che Giovanni Agnelli ha preventivamente comunicato al presidente del Consiglio e a quello della Repubblica l’apertura della trattativa e che da entrambi ha ricevuto disco verde, a patto che siano garantiti i livelli dell’occupazione. Ma non è questo l’unico, per quanto rilevantissimo, aspetto da considerare. Innanzitutto perché la Fiat ha storicamente molto orientato e condizionato lo sviluppo dell’economia italiana, che così perde un punto di riferimento importante, anzi l’interlocutore principale dell’autorità politica e di governo. Poi perché ci sono garanzie da assicurare per il corretto rispetto della concorrenza in un settore che la Fiat in Italia ha monopolizzato, giovandosi della compiacenza della politica. Infine perché vanno attentamente valutate l’evoluzione del capitalismo italiano e la scelta dei nuovi settori sui quali esso orienterà gli investimenti.

Per quello che la Fiat ha rappresentato e rappresenta per gli assetti dell’economia, della politica ed anche della organizzazione sociale del nostro paese, si converrà che non siamo semplicemente di fronte all’intesa fra due grandi aziende, piuttosto di fronte ad un evento che stravolge equilibri, che vanno ben oltre lo stretto ambito della materia di riferimento.

 

FIAT
(il sito
ufficiale)

www.fiat.com

GENERAL MOTORS
(il sito
ufficiale)

www.gm.com