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  SPAGNA: AZNAR, IL MODELLO VINCENTE

Aznar superstar.
E ora tutti
vogliono imitarlo

di Barbara Mennitti

Aznar esce dalle urne trionfante con una maggioranza da plebiscito che gli consentirà di governare, se vorrà, anche senza l'appoggio del Partito catalano. Una vittoria che supera di gran lunga le aspettative, tanto da indurre lo sconfitto Joaquin Almunia a rassegnare le dimissioni. La Spagna ha detto sì al suo leader popolare, giudicato a lungo dagli avversari "troppo incolore, inodore e insapore per durare", che ha avviato un risanamento economico senza precedenti, ha garantito una crescita che sfiora il 4 per cento del prodotto nazionale lordo, ha ridotto la disoccupazione dal 23 al 15 per cento creando 1 milione 800mila nuovi posti di lavoro. E ha reso la Spagna una delle forze motrici dell'Unione Europea. I dati elettorali definitivi sono eccellenti per il Partito popolare: 44, 5 per cento (+ 6 per cento rispetto al 1996) con 183 seggi al Congresso contro il 34 per cento e 125 seggi degli avversari socialisti. Per la prima volta dalla nascita della democrazia in Spagna, il centrodestra ottiene la maggioranza assoluta. Le spiegazioni di questo trionfo ci sono tutte.

Aznar è riuscito a costruire il più moderno e riconoscibile progetto paese di un partito popolare europeo, riunendo sotto lo stesso tetto tutto il mondo moderato affrancato dalle nostalgie franchiste. Ha costruito un modello vincente che è diventato in breve il nuovo punto di riferimento del centro destra europeo, sostituendo il vecchio modello democristiano di Kohl. Un modello ormai esausto, troppo legato alle vecchie logiche pre e post muro degli anni Ottanta-Novanta. Aznar ha inaugurato una nuova via che non è un percorso intermedio fra il modello Kohl e quello Thatcher, ancor oggi in voga nella Gran Bretagna di Blair. Non si è soffermato a rielaborare il passato, Aznar, ma lo ha superato appropriandosi delle forme e dei contenuti della nuova sfida globale. Chi ha avuto modo di viaggiare in Spagna, in questi ultimi anni, ha incontrato un paese all’avanguardia, pronto a scommettere sulle opportunità della nuova economia, sull’impresa privata, su un mercato del lavoro flessibile e garantito da ottimismo e forza di volontà. Un paese giovane, lanciato verso l’ambizioso ruolo di guida del Vecchio Continente. Il paese di Aznar, cattolico liberale moderno, artefice di una politica che non funziona per slogan, che non si perde nei sofismi delle riforme elettorali possibili ed eventuali, che ha iscritto nel patrimonio genetico del suo partito temi come la defiscalizzazione, la privatizzazione e la flessibilità del lavoro. Aznar ha saputo dare respiro e spazio ad una democrazia giovane e dinamica come quella spagnola, che non chiedeva altro che la possibilità di esprimersi.

E’ in base a questo miracolo concreto, realizzato in gran parte nei primi quattro anni di governo, che i cittadini spagnoli lo hanno riconfermato alla guida del paese. E che i leader moderati di tutta Europa lo hanno eletto a modello vincente da imitare. A patto che ne imitino anche il coraggio e la determinazione.

bamennitti@hotmail.com

 

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