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  HUMAN RIGHTS

La Russia non molla:
fuori i radicali
dalle Ong dell'Onu

di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti

La rumorosa confusione di questi giorni sui pedofili ci ricorda che nelle settimane scorse stavamo dando un'occhiata all'Onu. Come dicevano i nostri nonni "tutto il mondo è paese", e così come da noi ci si lamenta molto di più di chi "informa" sulla pedofilia piuttosto che di chi la pratica, all'Onu era di attualità la vicenda del Partito radicale transnazionale, accusato non di aver massacrato qualcuno, ma di aver informato su un massacro. Purtroppo "buoni" e "cattivi" si trovano spesso alleati nelle pratiche censorie, il buono di solito non vuole essere disturbato, e il cattivo è ben felice di compiere le sue malefatte lontano da occhi indiscreti. Ancora più purtroppo, molti delegano alla "politica" la scelta di ciò di cui conviene essere informati e ciò di cui non conviene. I nostri politici stanno appena adesso scoprendo i rudimenti del liberalismo in economia, per arrivare a un pensiero liberale a più ampio raggio ci vorrà ancora molto tempo. Mentre aspettiamo, vediamo a che punto sono i Radicali alle prese con la loro ennesima ottima idea finita male. 

Riassunto: 

1) All'Onu esiste un Consiglio Economico e Sociale (Ecosoc) presso il quale sono accreditate 60 Organizzazioni non governative (Ong) definite "di prima categoria" (come la Croce Rossa, la lega Islamica, la Caritas)e altre Ong "di seconda categoria", che hanno cioè competenza limitata ad aree specifiche (come Amnesty International o Greenpeace). Dal 1995 l'allora Partito radicale ha ottenuto l'accredito come Ong di prima categoria, denominata Partito radicale transnazionale. Per ottenere questo nuovo status il Prt ha dovuto sottoscrivere la clausola di non presentarsi più alle elezioni politiche, e da allora i radicali fanno politica in Italia sotto le insegne della Lista Pannella e Lista Bonino.

2) Il Comitato Economico e Sociale è composto da 54 paesi: Algeria, Angola, Arabia Saudita, Austria, Bahrain, Belgio, Benin, Bielorussia, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Burkina Faso, Camerun, Canada, Cina, Colombia, Comore, Costa Rica, Croazia, Cuba, Danimarca, Fiji, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Guinea Bissau, Honduras, India, Indonesia, Italia, Lesotho, Marocco, Mauritius, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Oman, Pakistan, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Dem del Congo, Repubblica Ceca, Ruanda, Russia, Saint Lucia, Sierra Leone, Siria, Stati Uniti, Sudan, Suriname, Venezuela, Vietnam.

3) All'interno dell'Ecosoc opera il "Comitato sulle Organizzazioni non governative" che, oltre a preparare l'agenda generale dei lavori, concede, revoca o sospende lo status consultivo alle Ong. Il "Comitato" è composto attualmente da: Algeria, Bolivia, Cile, Cina, Colombia, Cuba, Etiopia, Francia, Germania, India, Libano, Pakistan, Romania, Russia, Senegal, Sudan, Tunisia, Turchia e Usa.

4) Il 15 maggio 2000 la Federazione russa chiedeva al comitato sulle Organizzazioni non governative delle Nazioni Unite di espellere per sempre il Partito radicale transnazionale dallo status consultivo all'Ecosoc. I radicali sono accusati di aver "regalato" 5 minuti del tempo che il regolamento concede per interventi in aula a un esponente del dissenso ceceno, Akhiad Idigov (presidente della Commissione affari esteri del parlamento ceceno). La Russia accusa il Prt di sostenere i terroristi ceceni, e visto che ci ha messo le mani, anche di connivenza con i pedofili, e di ricevere finanziamenti dalle narcomafie internazionali. Come avevamo visto nelle settimane scorse, non era la prima volta che i radicali concedevano i loro spazi a dissidenti di vario ordine e grado. Già nel loro primo intervento nel 1995 avevano lasciato spazio a Isak Chishi Swu, presidente dei Naga, un popolo di 3 milioni di una regione al confine tra Cina, India e Birmania. Da allora hanno parlato, protetti dalla cappa radicale, dissidenti russi, cinesi, cubani, iraniani, sudanesi, iracheni, indonesiani, ucraini. Subito prima del ceceno, lo spazio radicale era stato prestato ad una rappresentante delle donne islamiche che ha denunciato la pratica delle mutilazioni sessuali. Questa volta però la Russia si è veramente impuntata, e ha trovato la fattiva collaborazione di tutti quegli Stati che hanno molto in disdoro la concezione occidentale di "diritti umani".

5) Il 27 settembre il Comitato si è riunito per analizzare la linea difensiva dei radicali. La Russia ha mantenuto la propria richiesta di sospensione, la Francia ha chiesto un voto per decidere la sanzione. Francia, Germania, Romania, Cile e Usa hanno votato per la "assoluzione" dei Radicali, Pakistan e Senegal si sono astenuti, mentre Algeria, Bolivia, Cina, Colombia, Cuba, Etiopia, India, Libano, Russia, Sudan, Tunisia e Turchia hanno votato a favore della sospensione di 3 anni.

6) Il 18 ottobre il Consiglio Economico e Sociale formulerà la decisione definitiva, che si preannuncia di condanna dei Radicali. 

Piccola nota. Siccome come dicevamo all'inizio il mondo è piccolo, la sera del 27 settembre mentre a New York i Radicali rispondevano, tra le altre, dell'accusa di pedofilia avanzata da un paese governato da un ex-capo del Kgb, in Italia scoppiava lo scandalo dei pedofili internettiani. Coincidenza ha voluto che la televisione trasmettesse in serata una puntata di X-Files dove uno scienziato pazzo aveva scoperto un complotto in cui la Cia collaborava con gli extraterrestri per la conquista della terra. Per screditare lo scienziato pazzo ma non stupido la Cia faceva emettere contro di lui un mandato di cattura per... pedofilia. Chissà che direbbe Pannella se scoprisse di avere qualcosa in comune con X-Files.