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  PUGLIA

Consolidare la ripresa
puntando sulle
nuove tecnologie

di Pierluigi Mennitti

Sotto l'immagine propinata dai media di una Puglia in preda al contrabbando, alla criminalità e agli assalti degli albanesi, s'avanza una regione che nella realtà presenta elementi fortissimi di ripresa. Un risveglio civile, innanzitutto, fatto di qualità della vita, di città restituite alla vita cittadina, di effervescenza culturale. E' forse presto per parlare del ritorno della "Puglia felix", la regione del Mezzogiorno più vicina al Nord per stile di vita, mentalità, vocazione imprenditoriale. Però che qualcosa sia avvenuto, qualcosa di buono, a dispetto dei gommoni che ogni notte vomitano sulle spiagge il loro carico di umanità dolente è chiaro a chiunque si spinga per un viaggio a sud dell'Ofanto.

La Fiera del Levante, in svolgimento a Bari in questi giorni, ha sancito la svolta. I dati economici cominciano a dare indicazioni che si sposano con l'osservazione diretta del visitatore. La Puglia è tutta un cantiere. Le strade e i palazzi dei centri storici vengono restituiti al loro antico splendore, mentre attorno ai vecchi centri industriali sorgono le prime aziende di software legate alla nuova economia. Un segnale incoraggiante viene anche dai primi investimenti che società estere stanno realizzando nella regione e il caso tedesco della Gm di Bari è solo il più eclatante. Accanto alla ripresa industriale si evidenzia la diffusione su Internet di siti di aziende agricole alla ricerca dell'Eldorado promesso dal commercio elettronico e la vera e propria esplosione del commercio tradizionale, dopo anni di stagnazione e regresso. Insomma i dati coincidono e, al di là della quantità è la qualità che affascina. La Puglia dice addio all'economia legata alle risorse fornite dalla mano pubblica e, sul modello dei fratelli "adriatici" del Nord-Est, si butta a capofitto nell'iniziativa privata. E' una svolta culturale che, se incoraggiata, è destinata a cambiare per sempre il volto indolente di questo angolo di Mezzogiorno.

Ora l'obiettivo deve essere quello di costruire, sulla base dell'orgoglio ritrovato, le ragioni dello sviluppo. Economico innanzitutto. Il lavoro del giovane presidente deve indirizzarsi, con tutta la tenacia possibile, a creare un clima favorevole alla diffusione e al radicamento dell'imprenditoria. La svolta culturale deve essere supportata da iniziative concrete in grado di rafforzarla. Gli esempi mai troppo citati di altre zone depresse come il Galles e l'Irlanda, oggi divenute modello di benessere e sviluppo, possono essere ricalcati. Attraverso una serie di passaggi concatenati. Snellire le burocrazie che frappongono mille ostacoli all'iniziativa individuale. Creare agenzie con obiettivi determinati (sul modello della gallese Welsh Development Agency), guidate con spirito manageriale e responsabili dei risultati ottenuti, che sovraintendano alla riqualificazione degli investimenti verso attività ad alto contenuto tecnologico. Puntare sulla formazione dei giovani attraverso la nascita di facoltà universitarie legate all'informatica e alle biotecnologie (quest'ultimo settore strategico per lo sviluppo di un'agricoltura moderna). Utilizzare i fondi europei per creare le infrastrutture necessarie a consolidare il boom turistico di quest'anno. Attirare, attraverso una spregiudicata politica fiscale, capitali e investimenti dall'estero mettendosi in concorrenza con le aree più dinamiche d'Europa. Iniziative non certo semplici, dal momento che prefigurano un cambiamento di metodo del governo pubblico destinato a sbaraccare cattive abitudini consolidate. Eppure, ne siamo sicuri, nelle corde del nuovo presidente. Che ha l'opportunità di segnare una svolta ben più radicale nella storia di questa regione.

pmennitti@hotmail.com