...

 

  CASA DELLE LIBERTA'

"Quest'Italia illiberale"

intervista con Ernesto Galli della Loggia di Cristiana Vivenzio

Definire e sviluppare una "cultura politica" che sia in grado di convivere con l'avvento del mercato globale impone una riflessione generale sul ruolo che tutte le forze politiche devono assumere nello scenario sociale all'inizio del terzo millennio. Il rapporto tra liberalismo e nuovi media posto al centro del dibattito avviato da alcune settimane su Interazione richiama a viva voce la richiesta di un mutamento culturale in grado di accettare, e fronteggiare, la sfida della postmodernità. Ma di mutamento si può parlare là dove esista un ambito di riferimento consolidato e dai contorni definiti. Laddove esista realmente una cultura politica. Questi sono i dubbi di Ernesto Galli della Loggia, professore di Storia dei partiti e dei movimenti politici all'Università di Perugia ed editorialista del Corriere della Sera, che Interazione ha voluto intervistare come autorevole contributo al dibattito in corso.

Professore, si può parlare di cultura politica liberale in Italia?

Non credo che esista una cultura liberale specifica e propria nel nostro paese. Credo che esistano, piuttosto, degli atteggiamenti, delle idee diffuse, degli spezzoni di cultura. Così come non credo che si possa parlare di una classe politica che si faccia interprete di quella cultura, che possa dire di richiamarsi in termini reali al liberalismo. Per far questo ci sarebbe bisogno di una classe politica dotata di una forte personalità culturale ed etica. 

Esiste una forza politica in grado di rappresentare questa cultura?

Ora, nel nostro paese molti si richiamano al liberalismo, si fanno interpreti di istanze certamente appartenenti all'ideologia liberale. Nessuno lo fa, però, in maniera coerente. In Forza Italia, ad esempio, mi pare che quell'universo culturale cui facevo riferimento sia completamente assente. Il liberalismo - così come qualsiasi altro insieme di valori politici - è un'enunciazione di principi cui devono seguire fatti, scelte politiche concrete. Liberale è, per esempio, il giudice che negli Stati Uniti d'America ha imposto a Bill Gates lo smembramento della Microsoft. In Italia la classe politica che si definisce liberale non dimostra altrettanta coerenza tra enunciazioni e fatti. Non mi pare che si possa definire liberale il fatto che Forza Italia non abbia mai preso posizione nei confronti del corporativismo dei commercianti; raramente ho visto, almeno così mi pare, una concreta politica di garanzia e di ampliamento della sfera dell'autonomia e dell'affermazione individuale nella politica di Berlusconi; così come non mi pare che quella politica si sia mai rivolta contro i grandi poteri economici che, per esempio, in Italia sono rappresentati dalle assicurazioni e dalle banche. Tutte scelte, queste, che fanno parte, invece, in una visione politica liberale e liberista. Che, oltretutto, è anche uno stile di pensiero, legato ad un atteggiamento sobrio ed equo nei confronti dell'avversario.

Come muterà la politica grazie, o a causa, dell'avvento dei nuovi media? La rivoluzione di Internet imporrà alle forze politiche un atteggiamento rinnovato nei confronti dei nuovi strumenti della comunicazione telematica?

Sono convinto che l'avvento dell'era della Rete non cambi molto il rapporto della società con la politica, come, invece, ha fatto in passato la televisione. La personalizzazione della politica è ormai un fatto consolidato. Tra l'offerta informativa di Internet e l'utente non c'è un rapporto diretto e questo pone un forte limite alla formazione di un'opinione pubblica attraverso la Rete. Crea molto più un'opinione politica un volantino. La politica è fatta molto anche di sentimenti, di emozioni. La politica è calda, implica un rapporto di tipo personale. Sono convinto, inoltre, che all'aumento delle informazioni ed alla maggior facilità di accesso ad esse corrisponderà un abbassamento delle capacità intellettuali della società. Il campo di informazioni è talmente vasto che diviene di fatto inutilizzabile. L'accesso sarà possibile solo ad informazioni di carattere fortemente specifico. Ciò non consentirà la formazione di opinioni, idee generali. Mentre, invece, la politica è proprio questo. La politica si forma su idee generali.

c.vivenzio@libero.it