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Un anno di boom
nella relazione
dell'Authority Tlc

di Emanuela Poli

E' stata presentata giovedì scorso al Senato la relazione annuale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Si tratta della seconda relazione dell'organismo indipendente preposto alla regolamentazione ed alla vigilanza dei settori delle telecomunicazioni, della radiotelevisione e dell'editoria dopo il suo avvio operativo nel luglio 1998. La relazione costituisce un documento di rilievo che nelle sue 300 pagine include non solo una disamina dell'attività svolta dall'Authority nell'ultimo anno e dei suoi programmi di lavoro futuri ma anche una serie di analisi di ampio respiro dello scenario globale delle comunicazioni, del quadro europeo e del sistema italiano nelle sue varie articolazioni settoriali.

Per quanto riguarda le telecomunicazioni, le attività dell'Authority si sono sviluppate intorno a quattro grandi temi: l'apertura e l'accesso alla rete di Telecom Italia da parte degli operatori nuovi entranti non in possesso di infrastrutture di rete proprie; il necessario riequilibrio delle tariffe in vista di un progressivo allineamento ai costi; l'allocazione delle "risorse scarse" del settore, quali le frequenze e la numerazione; la promozione delle innovazioni tecnologiche - Adsl e Umts fra tutte. Il bilancio del settore è assai positivo. I tassi di diffusione dei nuovi servizi di comunicazione in Italia sono oggi quasi "impensabili", secondo lo stesso presidente dell'Authority Enzo Cheli. Dal 1998 al 1999 gli italiani che navigano in Internet sono passati da 3 milioni e 200mila a 8 milioni e 200mila e gli utenti di telefonia mobile sono passati da poco più di 20 milioni a oltre 30 milioni - mentre nel settore televisivo gli abbonati ai servizi di televisione digitale via satellite hanno raggiunto i due milioni.

Nel giro di due anni si prevede che la trasmissione dati supererà (in quantità di bit) il traffico vocale mentre il mercato della telefonia cellulare italiano è già il più ampio e vivace d'Europa. Non sembra lontano nemmeno il giorno in cui il numero degli utenti di reti mobili supererà quello degli utenti di reti fisse, settore nel quale si registra comunque una straordinaria ricchezza di offerta di servizi grazie ad oltre 90 operatori cui è stata rilasciata licenza dall'Autorità per fare concorrenza a Telecom Italia. Entro il 2000 la fine del monopolio di Telecom Italia sarà poi totale in quanto, grazie ad una delibera dell'Authority, la concorrenza si estenderà anche al cosiddetto "ultimo miglio", l'ultimo tratto della rete Telecom, quello che arriva direttamente in casa e che ancora costringe i nuovi utenti a rivolgersi esclusivamente a Telecom per la fornitura della linea telefonica domestica. 

Soddisfazione, quindi, per il percorso dell'Italia che si colloca oggi in posizione avanzata sul fronte della liberalizzazione delle telecomunicazioni grazie, da un lato, al pieno recepimento da parte del legislatore nazionale delle direttive europee in materia di mercato unico delle reti e dei servizi di telecomunicazioni e, dall'altro lato, allo sforzo regolamentare e di vigilanza portato avanti negli ultimi due anni dall'Authority. Il tutto in un contesto di mercato che, come ha sottolineato Cheli, si configura come "tradizionalmente poco incline ad accogliere in pieno le sfide della concorrenza". Più operatori, nuovi servizi, prezzi più bassi (con un risparmio che, nei calcoli dell'Authority, ammonta a 6.500 miliardi all'anno per le tasche degli italiani), ma ancora troppa confusione per quanto riguarda i profili tariffari, che l'Authority si popone di rendere trasparenti a breve grazie ad analisi e tabelle comparate che verranno rese disponibili sul proprio sito web.

Molto lavoro, fatto e da fare, anche nel settore radiotelevisivo, con il varo da parte dell'Authority di un Libro Bianco sullo sviluppo della televisione digitale in Italia, in particolare via etere, l'approvazione di nuove regole per i decoder per la ricezione digitale via satellite, l'approvazione di nuovi e più razionali piani di assegnazione delle frequenze terrestri, di nuove regole per il rilascio delle concessioni televisive nazionali e locali e l'avvio del progetto operativo di monitoraggio delle trasmissioni televisive per la verifica del rispetto degli obblighi di legge in materia di tutela dei minori, pluralismo politico e pubblicità. Nei programmi di lavoro, spicca l'adozione, già prevista dalla legge istitutiva dell'Autorità, di provvedimenti cosiddetti "deconcentrativi", che porteranno al trasferimento su satellite di una delle tre reti possedute da Mediaset e di una delle reti terrestri in forma codificata possedute da Telepiù, mentre si attende il riordino del gruppo Rai che includerà, fra le altre cose, l'eliminazione della pubblicità su Raitre. 

A completare il quadro in grande fermento del settore italiano delle comunicazioni, la relazione dell'Authority dedica spazio anche allo sviluppo dell'editoria elettronica e richiama il bisogno di un nuovo ordine per il settore. L'esplosione dell'editoria online impone una riflessione regolamentare che aggiorni i concetti di "stampato" e "periodico", che individui con precisione i diritti ed i doveri connessi alla funzione informativa ed alle garanzie degli utenti, che offra maggiori certezze riguardo alla qualità del messaggio informativo ed alla distinzione rispetto a messaggi di natura diversa, che adegui l'ordinamento, la deontologia e i profili professionali, che definisca con chiarezza l'impresa editrice, in relazione ai molteplici obblighi di registrazione e di informativa e all'ottenimento dei benefici di legge. Tutti temi che attendono, in tempi brevi, una regolamentazione rinnovata, specifica ed omogenea. 

Se nel settore delle telecomunicazioni l'Autorità sembra avere ottenuto già considerevoli successi in direzione della liberalizzazione, e nel settore radiotelevisivo sembra muoversi con decisione sul fronte della vigilanza e della difesa del pluralismo, si sta delineando parallelamente uno scenario in cui sfide altrettanto impegnative per il regolatore potrebbero giungere dal fronte dell'editoria, quel "vecchio" settore di gloriosa tradizione oggi spesso trattato come un po' fuori moda, ma che in realtà, grazie ad Internet, è vero protagonista dell'era della convergenza.

emanuelapoli@hotmail.com