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  LIBRI

Mediterraneo,
il racconto
di una civiltà

di Sabrina  Lastella

Questo nuovo libro dello storico Salvatore Bono nasce oltre che da un'esigenza didattica, dalla necessità di riflettere sulla storia del Mediterraneo e dalla convinzione di dover ricostruire un passato che supporti il processo politico e culturale avviatosi a Barcellona, in Spagna. Cinque anni fa, nella città catalana si è dato il via al programma del partenariato euromediterraneo che prevede un rapporto privilegiato fra i paesi dell'Unione Europea e dodici paesi della riva meridionale ed orientale del mare: un vero e proprio manifesto di riconciliazione tra i paesi del Mediterraneo. Da qui la scelta di Bono di scrivere "Il Mediterraneo da Lepanto a Barcellona". E' infatti propria dello storico la funzione di ricostruire i fatti storici al fine di recuperare una certa visione d'insieme, comprensiva di tutte le popolazioni appartenenti alla cosiddetta " civiltà mediterranea". 

Nella presentazione del libro, avvenuta la settimana scorsa presso la "Libera università degli Studi S. Pio V" di Roma, Antonio Badini, direttore generale del dipartimento Mediterraneo e Medio Oriente del ministero degli Affari Esteri ha parlato di una "contrapposizione temporale: Lepanto come simbolo di una volontà di superarsi militarmente per contenere o estendere la propria eredità culturale e religiosa; Barcellona come tentativo di riconciliazione, come convivenza delle varie civiltà". Per questo è importante celebrare i momenti del passato e conservare una memoria storica, anche delle guerre, dei conflitti: un'operazione che possa lasciare ai posteri un patrimonio comune intangibile, accanto a quello tangibile dei monumenti, delle torri corsare, dei reperti. 

L'autore, Salvatore Bono, storico e studioso della realtà politica ed economico-sociale dei paesi del bacino, ha utilizzato in questo caso diversi contributi scientifici. Ne è scaturito un lavoro d'intarsio dei testi delle vecchie conferenze sul tema che mantiene comunque un'omogeneità di fondo. Questa creazione, definita "a tassello", è stata paragonata da alcuni studiosi a dei flash back cinematografici, con i quali l'autore avrebbe focalizzato i temi a lui più cari, ad esempio quello della guerra corsara. Tema particolarmente importante poiché queste guerre sarebbero state, a suo avviso, le responsabili della creazione, nel corso dei secoli passati, di una fitta rete di rapporti tra due mondi: la riva Nord e la riva meridionale del Mediterraneo. Rapporti, questi, che egli non ha esitato a definire "diplomatici". Si sarebbe creato, infatti, un rapporto tra Stati destinato a svilupparsi successivamente, rapporto che senza queste guerre non sarebbe stato ipotizzabile.

Certo colui che si accinge alla lettura di Bono sperando di ritrovarvi anche la parte avventuristica e romanzesca rimarrà deluso, poichè l'autore, da buono storico e docente universitario ha rifiutato di includerla nella ricostruzione. Ma il fascino delle torri di avvistamento che servivano ad affrancare le popolazioni per tempo dalle incursioni corsare, in più parti del libro citate, quello resta. La leggenda resiste dunque anche ai docenti universitari che, fedeli al momento scientifico della ricerca, credono e sperano che il Mediterraneo possa diventare un punto d'incontro di eredità storiche: la cristiana accanto all'ebraica, la islamica accanto alla musulmana; tutte insieme tasselli di una realtà culturale unica, anche se disomogenea e variopinta.

sabrinalastella@yahoo.it

Salvatore Bono,
Il Mediterraneo da Lepanto a Barcellona, Morlacchi Editore, pag.233.